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Corriere della Sera: "-Back to History- fa rivivere pompei"
L'articolo uscito su "il Corriere del Mezzogiorno" |
Pompei, 79 d.C. Tra pochi giorni un’eruzione distruggerà la città. Un negoziante mostra orgoglioso la merce ai passanti. Le donne hanno acconciature e abiti alla moda del tempo. I bambini corrono e giocano per le strade. Gli edifici sono ancora intatti, sembrano nuovi. La vita scorre tranquilla. S’ignora l’avvicinarsi della catastrofe. Non è immaginazione. È la realtà aumentata di Back to history che riesce a immergere chi è in visita al sito archeologico nella Pompei pre-eruzione. «Il nostro programma non è una semplice app nonostante l’uso di smartphone e tablet —spiega Leonardo Lettieri, creatore del progetto con Rocco Paladino — Back to history ricostruisce virtualmente il sito archeologico dove ci si trova, permettendo al turista, o anche allo studioso, di interagire con l’ambiente che lo circonda. Di parlare con le persone che hanno popolato quei luoghi centinaia di secoli prima». Dietro all’idea c’è tanta immaginazione e ancora più studio. Lettieri e Paladino infatti si sono fatti affiancare dall’architetto Aniello Greco e dall’archeologo Gianluca D’Avino e hanno attirato anche tanta attenzione oltre Oceano. «In particolare dal professore dell’Arizona University, Sasha Barab —commenta Lettieri — che quando avevamo ipotizzato l’uso della tecnologia Back to, a Pompei, era a dir poco esterrefatto dalla precisione della ricostruzione e dall’interazione dei personaggi con l’ambiente circostante. Questo è stato possibile proprio per via delle competenze diverse che il nostro team è riuscito a riunire. Il nostro è sì un progetto imprenditoriale, ma è anche un lavoro di ricerca scientifica e storica. L’unico problema sono i fondi». Il giovanissimo gruppo, l’anziano del gruppo ha 34 anni, nonostante il notevole interesse mostrato da eventuali partner fino ad ora si è praticamente autofinanziato. «Per questo su Pompei al momento siamo arrivati a una battuta d’arresto. Con rammarico perché il software è praticamente pronto. Così ora stiamo studiando altri siti archeologici per fare in modo che il nostro progetto diventi finalmente realtà, e intanto cerchiamo qualcuno che voglia investire su quei giovani che d’idee ne hanno, e anche tante».
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