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Spedizioni: leggi, diritti e doveri di consumatori e commercianti
Le leggi di spedizione, per i negozi online, risultano essere differenti e disciplinano, in maniera particolare, alcuni casi che risultano essere molto comuni.
Le leggi parlano in maniera chiara e permettono, al gestore di un negozio online, di evitare una serie di errori che potrebbe violare le normative stesse.
Costi di spedizione sempre resi noti al cliente
Le aziende e-commerce sono tenute a comunicare, ai propri clienti, le eventuali spese di spedizione che questi dovranno sostenere.
Bisogna mettere in risalto come i proprietari dei negozi devono essere in grado di offrire diverse opzioni per quanto riguarda le spedizioni: in questo modo si offre al cliente la soluzione ideale per poter effettuare l'acquisto.
Inoltre, il proprietario del negozio potrà offrire sconti e spedizioni gratuite una volta che si raggiunge una certa somma di denaro relativa agli acquisti.
La legge prevede comunque che, le eventuali spese di spedizione, vengano rese pubbliche al cliente.
Questa è una delle strategie che vengono utilizzate da Amazon e Ebay, ma anche da molti altri tipi di siti web online che rientrano nella categoria degli e-commerce.
Codice di tracciamento del pacco
Importante anche che l'e-commerce offra la possibilità di tracciare il pacco.
Il proprietario del negozio deve fornire il codice di tracciamento in maniera tale che, lo stesso, possa essere in grado di sapere esattamente dove si trova il proprio acquisto.
Ma anche il proprietario del negozio deve essere in grado di seguire gli spostamenti del pacco, in maniera tale che sia possibile poter informare il cliente di eventuali ritardi e situazioni che risultano essere tutt'altro che piacevoli da vivere.
In questi due ambiti la legge non disciplina le scelte del proprietario del negozio, che dovrà comunque offrire tale tipologia di servizio con opzioni differenti, come ad esempio quella che permette di ricevere le informazioni sullo spostamento del pacco tramite messaggio sul cellulare.
Il caso del recesso da parte del cliente
Il caso che viene maggiormente disciplinato dalle normative sulle spedizioni riguarda quello di recesso di un contratto d'acquisto online a distanza.
La legge Direttiva comunitaria n. 97/7/CE permette di comprendere quali sono gli obblighi del venditore e quelli del consumatore.
Il primo deve necessariamente rendere esplicito l'eventuale addebito delle spese di restituzione della merce acquistata: questo elemento deve essere presente nel contratto di vendita in modo tale che, il cliente, possa procedere al reso della merce sostenendo le spese di spedizione stesse.
In caso di mancata comunicazione ben presente sul contratto, il diritto di recesso sarà pari a dodici mesi e la merce potrà essere restituita anche se questa dovesse essere danneggiata volontariamente dal consumatore.
Sul suolo europeo, il recesso del cliente deve essere effettuato entro sette giorni lavorativi secondo la Direttiva 85/577/CEE del 1985.
Fonte foto: Wikipedia - Melaratre |
Sul suolo italiano vi sono delle spiegazioni che tutelano maggiormente il consumatore: esse sono espresse dall'articolo 67, comma 3, 4 e 5, del Codice del consumo.
Secondo queste direttive, il consumatore deve sostenere le spese di spedizione solo qualora, il cliente, non eserciti l'ordine di recesso entro il quattordicesimo giorno dopo l'acquisto.
Se questa operazione viene svolta in maniera corretta, il proprietario del negozio online è tenuto ad effettuare un rimborso che copra non solo la spesa dell'acquisto dell'oggetto, ma anche quella di spedizione.
Proprio per questo motivo, moltissimi negozi online come Amazon, permettono di effettuare un reso a spese zero, realizzando una particolare etichetta che dovrà essere posta sul pacco e che permette di effettuare la spedizione del reso senza costi aggiuntivi.
Cosa accade quando il cliente non è in casa
Quando il cliente non è in casa, il corriere è obbligato a lasciare un messaggio nella porta dello stesso in modo tale che, questo, possa essere in grado di poter contattare il servizio per prenotare la data di ritiro del pacco oppure recarsi presso la sede principale della ditta di spedizione ed effettuare il ritiro del pacco stesso.
Gli e-commerce, per legge, devono stipulare un contratto con le ditte di spedizioni che effettuano almeno tre tentativi di consegna: queste possono avvenire anche in giorni consecutivi, con cambio dell'orario di consegna stesso.
Sarà molto importante sottolineare il fatto che, dopo il terzo mancato tentativo di consegna, il pacco deve essere rispedito all'azienda e il cliente riceverà un rimborso oppure potrà optare per il cambio del prodotto acquistato.
Su questi aspetti la legge non disciplina ogni singolo caso ma realizza delle linee guida che dovranno essere rispettate, proprio come quelle nel caso in cui, il cliente, non dovesse essere presente a casa.
Cosa accade se l'indirizzo è sbagliato
Fonte foto: pixabay.com - josemiguels |
Se l'indirizzo del cliente dovesse essere sbagliato, il titolare dell'e-commerce è tenuto a contattare il cliente stesso per poter effettuare il cambio della consegna, sostituendo qundi l'indirizzo con quello nuovo.
Una volta che si effettua tale operazione, il titolare del negozio online deve effettuare la trasmissione della nuova informazione all'azienda che si occuperà di effettuare il trasporto della merce acquistata.
La comunicazione deve avvenire sia se il pacco non è stato spedito, sia se questo è stato inviato.
In questo modo sarà possibile evitare di dover effettuare il rimborso al cliente stesso per mancata consegna del pacco.
Tutti i suddetti aspetti sono disciplinati dalla normativa decreto legislativo 21/2014, che ha cambiato in parte il modo di operare da parte dei negozi online, che si sono quindi dovuti adeguare alle nuove regole in materia di commercio sul web ed a distanza.
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