Blog Netminds
Caro ex ministro Calenda, è consapevole che i "giochi elettronici" rappresentano il futuro?
"Sarà forte ma io considero i giochi elettronici una delle cause dell’incapacità di leggere, giocare e sviluppare il ragionamento. In casa mia non entrano”.
Queste le dichiarazioni scioccanti di Carlo Calenda, ex Ministro dello Sviluppo Economico, che hanno suscitato immediatamente una replica dagli addetti ai lavori.
Una considerazione troppo superficiale che dimostra come la conoscenza di questo settore sia praticamente inesistente.
Entriamo allora nel dettaglio, chiedendo un parere a chi ha fatto dei videogiochi non solo un passatempo o una semplice passione, ma un vero e proprio lavoro. Insieme a Leonardo Lettieri, co-founder e business manager di Netminds, abbiamo analizzato le mille potenzialità e sfaccettature che rappresenta questo universo.
Educare al Digitale, una risorsa per le nuove generazioni
“Leggendo le dichiarazioni, non possiamo che rimanere perplessi.
Senza entrare nel merito tecnico di quanto la gamification aumenti la produttività e l’assorbimento del sapere e della conoscenza, vorrei parlare di come vengono invece usati i social dai nostri politici.
Senza entrare nel merito tecnico di quanto la gamification aumenti la produttività e l’assorbimento del sapere e della conoscenza, vorrei parlare di come vengono invece usati i social dai nostri politici.
Appare evidente che l'uscita infelice dell’ex ministro del MISE ha generato un’esplosione compulsiva sullo schermo del proprio smartphone.
Ma non credo che il suo sia un pensiero frutto di un’analisi razionale di un settore tanto importante sia culturalmente che economicamente.
Allora mi sorgono un paio di domande.
L’utilizzo dei social dovrebbe essere limitato?
Dovremmo dire allora che al dottor Calenda dovrebbe essere vietato l’utilizzo dei social?
L’utilizzo dei social dovrebbe essere limitato?
Dovremmo dire allora che al dottor Calenda dovrebbe essere vietato l’utilizzo dei social?
La misura delle cose è il punto focale.
Giocare alla Play Station, guardare un cartone animato, utilizzare lo smartphone sono tutte attività che devono essere educate.
Nel 2011 insieme ai miei amici Rocco Paladino e Valentina Bovio, abbiamo pubblicato un libro "Educare al digitale".
Era rivolto agli educatori che presentando lo stato attuale delle tecnologie, insegnavano ai minori l’uso consapevole e corretto sia dei social che dei videogames.
Una lettura che, considerando gli ultimi tweet, consigliamo anche al diretto interessato”.
La gamification non è però l'unico punto di forza del mondo dei videogiochi, anzi. Con Sergio Mazzola, game designer di Netminds, abbiamo invece sottolineato quelli che sono i numeri in costante aumento di questo mercato, evidenziando il notevole gap che c'è tra l'Italia e le altre nazioni.
Italia, siamo un passo indietro in termini di sviluppo e non solo...
“A mio avviso sarebbe stato più produttivo se il dottor Calenda si fosse interrogato sul perché in Italia le istituzioni continuano a dimostrare un totale disinteresse nei confronti di un fenomeno che cresce quotidianamente e che si dimostra essere portatore di innumerevoli guadagni nell’economia dei Paesi che hanno saputo sfruttarlo al 100%.
Senza andare a scomodare gli Stati Uniti, il Regno Unito oppure il Giappone, bisognerebbe chiedersi come mai abbiamo ancora così tanto da imparare dai Paesi dell’Est Europa che negli ultimi anni hanno dimostrato un vivo interesse nei confronti dell'industria dei videogiochi.
Senza andare a scomodare gli Stati Uniti, il Regno Unito oppure il Giappone, bisognerebbe chiedersi come mai abbiamo ancora così tanto da imparare dai Paesi dell’Est Europa che negli ultimi anni hanno dimostrato un vivo interesse nei confronti dell'industria dei videogiochi.
Perché non si parla di questo?
Perché nessuno parla dell’enorme successo che quest’anno ha avuto la tre giorni della Milan Games Week, con ben 162.000 partecipanti, cresciuta del 10% rispetto all’anno precedente?
L'invito che rivolgo all'ex Ministro dello Sviluppo Economico è dunque di informarsi prima su certi dati che testimoniano la crescita tecnologica del nostro Paese e di non rilasciare nessun’altra dichiarazione solo per ottenere i cinque minuti di notorietà”.
Consigli e domande che speriamo il nostro caro dottor Calenda possa un giorno seguire e rispondere.
Risulta infatti sorprendente cercare di minimizzare un'industria che ovunque nel mondo rappresenta una fonte enorme di guadagno e opportunità di impiego, al semplice videogioco.
Un'idea o meglio un malcostume totalmente infondato che speriamo, per il bene del nostro Paese e del nostro futuro, venga debellato il prima possibile.
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